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Abitare condiviso, sostegno e sostenibilità | Un resoconto del webinar

 

Quest’anno la settimana dell’Accoglienza ha posto la sua attenzione sul tema dell’ambiente in una prospettiva ampia, considerando la dimensione della natura, la dimensione sociale e quella economica.

 

L’Associazione Auto Mutuo Aiuto di Trento ha pensato di contribuire alla Settimana dell’Accoglienza organizzando un approfondimento, attraverso questo webinar, delle tematiche dell’abitare condiviso e al suo legame con il tema del sostegno e della sostenibilità.

 

Il dibattito è stato introdotto da tre racconti di esperienze differenti: il mondo delle coabitazioni organizzate, raccontate da Zilma Lucia Velame, psicologa e psicoterapeuta responsabile del Progetto VIVO.CON di Trento; le coabitazioni intenzionali e l’esperienza di AbiTo, affrontate dall’architetta, presidente e co-fondatrice di Casamatte di Torino Chiara Casotti; il tema della coabitazione come uno dei fattori di connessione tra vari contesti sociali e abitativi più ampi, esposto da Stefano Sarzi Sartori, formatore, e ideatore di Ricostruire Comunità Rotaliana.

 

Le riflessioni esposte sono partite da alcuni quesiti: che cosa intendiamo per sostenibilità nelle coabitazioni? Che criteri ci diamo/accettiamo/scegliamo per ritenere un progetto di coabitazione sostenibile?

 

Riportiamo qui in modo sintetico alcuni punti del dibattito.

 

Si è parlato e discusso rispetto alle coabitazioni organizzate come strumento specifico del lavoro sociale, e di come questi programmi e progetti, rispondano a bisogni complessi ed emergenti della nostra società, ridando senso e funzioni alle relazioni sociali e al sostegno reciproco tra i soggetti, per l’incremento del benessere sia dei singoli sia della comunità.

 

L’esperienza di Torino ci ha portato a riflettere rispetto ai nessi tra normative, innovazione sociale e sostenibilità, dimostrando ancora una volta quanto le risposte dinamiche e creative dal basso, nate dall’ascolto, dalla vicinanza e attivazione delle persone nella ricerca di risposte ai propri bisogni, si scontrino con il contesto più ampio – che naturalmente è molto più lento.

 

Infine, Stefano Sarzi Sartori ci ha condotto in una riflessione rispetto al significato di sostenibilità quando si parla di progetti di coabitazione. Inoltre, ha identificato alcuni criteri che possono guidare la lettura di una buona riuscita di progetti nel sociale:

 

  • La riattivazione delle risorse naturali coinvolte: il progetto riesce a riattivare le risorse contenute nelle persone?
  • Circolarità: il progetto riesce a muovere un senso di responsabilità condiviso?
  • Scalabilità o replicabilità: il progetto è replicabile in altri contesti?
  • Generatività: quanti cambiamenti si riescono a produrre negli stili di vita delle persone?
  • Trasversalità/connessioni: quanto il progetto è connesso ad altri servizi?
  • Comunità: quanto il progetto aiuta a recuperare un senso di comunità?

 

Dopo il dibattito ci è sembrato più chiaro che: “Sviluppare un approccio sostenibile è qualcosa che richiede tempi molto lunghi e delle trasformazioni culturali difficilmente misurabili, ma soprattutto necessita di uno spazio di incontro e di maggiore comunicazione tra i servizi, che abbandonino i loro standard per aprirsi a un nuovo modo di pensare. Non possiamo muovere le persone facendogli fare belle esperienze. Bisogna anche trasferire alle persone il senso di questa bellezza.” – Stefano Sartori.

 

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